giovedì 1 dicembre 2011

Bronson, di Nicolas Winding Refn (2008)


Da quando ero bimbo, cioè qualche giorno fa, ogni volta che in qualche cineforum mi davano alla biglietteria un volantino del genere leggevo giusto le prime 2 righe per non schiattarmi tutto il film, o davo giusto una scorcia per capire se era una critica o se parlava della trama. 
In questo modo mi sono schiattato Descent, Saw, Il Sesto Senso e qualche altro film che se ti dicono giusto 2 cose, te lo intossichi nel tempo di un battito d’ali di una farfalla a Forcella, o di un uragano a New York.
Effettivamente la tentazione è forte nello scrivere cose come PLURICARCERATO o RAPINA ma siccome non sono sadico a tal punto mi limiterò a fornirvi qualche cenno di quest’uomo di cui vi apprestate a vedere uno dei masterpiece.
Cominciò con tal Pusher nel ’96 per cui si servì della consulenza tecnica di mariuoli veri di machine che lo aiutarono a rendere realistiche le malinquenze compiute nel film;
nel 2003 andò in bancarotta con le banche col suo primo film hollywoodiano interpretato da John Turturro (Fear X) ma non fu sfortunato come Kevin Costner che mo non gli fanno fare un film manco se i soldi ce li mette lui;
ora è al cinema con Drive che ha sbancato a Cannes dove è stato omaggiato con una standing ovation dal pubblico ululante.
Insomma è uno buono veramente, e a me mi piace assai. Anche se ha fatto un film come Valhalla Rising in cui non si capisce proprio nulla, c’è un bucchinaro cieco macchina da guerra in una landa sperza dal pataterno e mio padre mi disse che non gli era piaciuto perché era incomprensibile.
Però a mio padre Bronson piacque molto, e sorrise quando me lo disse. Ed io lo mostro a voi con l’augurio di una buona visione, e sappiate che me lo sono fatto scaricare apposta doppiato per non farvi morire con i sottotitoli.
E lo dedico a lui.

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