lunedì 3 dicembre 2012

Contagion, di Steven Soderbergh (2011)


Steven Soderbergh è il regista che non t'aspetti e che piace un po' a tutti: nel 2011 oltre a questo Contagion ha diretto anche "Knockout: La resa dei conti" e "The Last Time I Saw Michael Gregg", il primo è bello il secondo non lo so proprio.
Nel 2012 ha fatto pure "Magic Mike" che piace sia alle M.I.L.F. (Mother I'd Like to Fuck per i non anglofoni ed i tostapani) sia al lettore medio di "Men's Health".
Questo film invece inizia in una bella domenica assolata, in cui la famiglia Capucchione decide di andare a farsi una passeggiata a Posillipo, rispettivamente il capofamiglia, la madre ed i due figli chiatti e petulanti.
Ristorati dall'aria di mare i due panzarotti insistono per andare da Giuseppone a Mare a mangiare le cozze crude, proposta che allieta anche gli affettuosi genitori, che rilanciano con zeppoline di alghe e capelli come antipasto.
Durante la gaudente mangiata, al figlio piu' chiatto cominciano ad uscire le bolle per faccia, comincia a puzzare di cane morto e contrae immantinente un'inarrestabile sciorda a ventaglio.
Il padre in preda al panico chiama insistentemente il cameriere apostrofandolo con un "Ooooooohhhh, e fa ambress! Jamm muovt!", mentre agita le braccia come un assistente di volo Ryanair.
La madre dal canto suo coadiuva il marito gridando ossessivamente: "Un tappo! Portate un tappo! Subito! Levatelo da sopra a una bottiglia! O portate direttamente a buttegl!"
Il figlio minore, guarda tutti i presenti in maniera disinteressata, rivolge lo sguardo al poster di Maradona, scruta la sua chioma folta e riccia e poi torna ad osservare la scena, succhiando avidamente una cozza dalle valve preventivamente divaricate e abbondantemente inondate di limone, facendosela passare per il cazzo mentre il risucchio prodotto dalla sua bocca viene coperto dalle frequenze dei chitemmuorti volanti in sala.
Appena dopo l'incipit del paziente zero c'è un piano sequenza di 5 minuti con un susseguirsi di Linidor, medici smerdiati ed un rinnovato interesse nell'arte moderna in 3 sale d'aspetto di un ospedale.
La scena successiva si sposta in un Policlinico di una qualsiasi cittadina del mondo, una che tiene il mare, il mandolino, la pista ciclabile ed i venditori di brodo di purpo, una cittadina a caso; siamo nel Pronto Soccorso di tale policlinico, di sera, rumore di canilupo in lontananza.
La prima inquadratura mostra un dottore in camice che arriva dal fondo del corridoio, un po' barbuto e con un'aria sicura di se ma particolarmente preoccupata; in primo piano invece c'è di spalle una dottoressa con una bella pacca, visibilmente riccia e sexy:
- Uè collega, allora abbiamo questo bambino di 8 anni, tale Brendon Capucchione, niente di rilevante all'anamnesi remota. Presenta diarrea poltacea e forti dolori addominali da circa 12h con scariche alvine ripetute, esami discreti, ha un po' i bianchi alti... Il padre riferisce di averlo portato a mangiare il pesce sotto Posillipo da Giuseppone a Mare -
- Direi che sarebbe meglio ricoverarlo, ripetere gli esami e se non li ha ancora fatti fargli fare i markers. Ma ora sono assolutamente necessari 10ml endovena di Arofiètal 500... oh ecco il caposala Lupone -
- Mamm ro' carm'n, ma cre' stu fiet e'mmerd! Eccellentissimi dottori Sannino e Sorrentino... ma vi siete per caso cacati sotto? -
- Ma non siamo noi! E' questo bambino qui che puzza di escrementi putrefatti, il dott. Sorrentino mi stava... -
- Maronn, la peste bubbonica! Arapite tutt cos! Aiuuuto! Ma stu sacc chin'e'mmerd non lo possiamo chiudere a chiave nel cesso? Dottore' vedete vedete, vrit nu poc dentro al giuramento di Ippocrafo che dice per i criaturi smerdiati, qua non si respira più... -
Ad un certo punto squilla il telefono ed il dottore Sorrentino va a rispondere, annuisce, annuisce di nuovo, poi ringrazia, guarda i presenti ed esclama:
- Stanno arrivando altri 13 casi di sciorde a ventaglio. Qui c'è un focolaio di fetamma diarroica... siamo nella merda! -
La scena del film si chiude con i 2 dottori ed il caposala che vanno ad aprire tutte le finestre ed alzano al massimo l'aria condizionata mentre trasportano il bambino incosciente dalla barella in una stanza isolata ancora bianca dello stabilimento; ma durante il tragitto la telecamera segue rispettivamente il lenzuolo sul bambino che si alza e si abbassa per una scorreggia ed il percorso nell'impianto d'aerazione in cui viene trasportata velocemente fino ad uscire proprio di fronte alle macchinette del caffè, dove un austero e petulante dottore di mezza età sta rimproverando 2 studentesse per aver indossato dei pantaloni invece che delle minigonne, al che le ragazze cominciano a ridere pensando che il professore si sia cacato addosso e così scatta la tragedia infettiva mondiale.

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